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| Il pangiallo
150 gr farina 3 cucchiai zucchero 250 gr miele 100 gr mandorle 100 gr nocciole 100 gr noci sgusciate 100 gr pinoli 100 gr fichi secchi 150 gr uva sultanina 100 gr di gocciole di cioccolato 1 bicchierino di rum 1 cucchiaio di cacao amaro
Ingredienti per la glassa: 20 gr. di zucchero 2 chiare d'uova
Accendere il forno a 150° e preparare la teglia con carta forno. In una ciotola mescolare bene zucchero, farina, cacao, il miele, il rum e tutti gli ingredienti, io la frutta secca la lascio intera, tagliare i fichi a metà, l'uvetta ammollata in acqua tiepida. Mescolare molto bene con un cucchiaio, poi impasta bene finché non è tutto amalgamato. Prendere bene l'impasto con le mani e inumiditele con l'acqua. Prendi un pò del composto e compattalo bene a forma di palla, poi metti in teglia e schiacciarlo un poco in modo da dargli la forma a cupola. Fai lo stesso con il resto dell'impasto. Nel frattempo preparate la glassa Rompere le uova e versate solo gli albumi in una terrina, montarli a neve ben solida con lo zucchero. Ricoprite con questa glassa il Pangiallo e infornate a 180°C la teglia a mezza altezza per circa 1 ora.
A Natale si riscoprono sapori e tradizioni antiche di secoli. Il dolce tipico natalizio di Roma è il “pangiallo”. Così legato al territorio laziale da essere conosciuto quasi esclusivamente come “pangiallo romano”, è un prodotto artigianale antichissimo, la ricetta originale risale infatti all’epoca imperiale. Si prepara con fichi secchi finemente triturati, mandorle e nocciole, il tutto avvolto da una sfoglia non molto sottile, una crosta dorata alla quale deve il nome. Nell’antica Roma si usava distribuire questo dolce per la festa del solstizio d’inverno, la cui data coincide con il Natale cristiano. Nei secoli la ricetta del pangiallo è stata tramandata, subendo qualche variante, diventando il dolce natalizio tipico delle massaie di tutto il Lazio. In origine si preparava come un impasto di frutta secca, miele e cedro candito, cotto e poi ricoperto da uno strato di pastella all’uovo. La tradizione tramanda anche ingredienti quali i noccioli di prugne e albicocche, conservati dall’estate. I noccioli estivi rendevano meno costosa la ricetta, evitando alle massaie di dover acquistare mandorle e nocciole. Attualmente, chi prepara il pangiallo arricchisce l’impasto con marmellata di prugne. Si può scegliere di arricchire la ricetta con uvetta, scorza d’arancia ecc. il dolce si presenta con la sua crosta simile al pane casereccio e conserva i sapori genuini della tradizione romana.
Edited by Pepetto. - 6/10/2012, 08:25
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